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PICENO HOSPITALITY 2.0, IL TURISMO DEL PICENO E' VIVO

PICENO HOSPITALITY 2.0, IL TURISMO DEL PICENO E' VIVO

Il turismo ha straordinarie potenzialità, diverse best practices ed esempi virtuosi da seguire. È il quadro che emerso dalla tavola rotonda “Piceno Hospitality 2.0. Dalla teoria alla pratica”, organizzata da Piceno Promozione, azienda speciale Camera di Commercio, e che ha visto la partecipazione di oltre 200 studenti, provenienti dalle scuole superiori di tutto il territorio e circa 50 operatori del settore dell'ospitalità e dei servizi.

Un progetto fortemente voluto da Matteo Di Sabatino, presidente della sezione turismo di Confindustria Centro Adriatico, “perché anche in questo settore fare benchmarking e guardare a come si muovono i migliori operatori internazionali significa capire cosa succede intorno a noi, intercettare con più efficacia i trend, migliorare la propria organizzazione”. Secondo il presidente di Piceno Promozione, Rolando Rosetti, “l’essere competitivi passa attraverso occasioni di analisi e confronto e da un lavoro di squadra, che coinvolga tutti gli attori che ruotano intorno al sistema turistico”, come confermano ad esempio le azioni di promozione culturale in collaborazione con Mantova e Verona.

La seconda edizione  di “Piceno Hospitality 2.0” si è dunque tradotta in tre ore originali e utili per il territorio e per il suo futuro in ambito turistico.

A proposito di come capacità di attrarre con efficacia nuovi flussi e lavoro di squadra siano strategici, l'assessore al turismo di Parma, Cristiano Casa, ha spiegato come sia stato possibile portare dal 2012 al 2016 i turisti da poco più di 200.000 ad oltre 600.000: “È un lavoro in rete con istituzioni e privati, per raggiungere l'obiettivo di 1 milione di visitatori entro il 2020. – ha spiegato -. E una delle chiavi è il grande lavoro di formazione che stiamo portando avanti, facendo leva sull'asset principale, quello dei prodotti alimentari”. Con questo percorso Parma è diventata patrimonio Unesco per l'enogastronomia, “un brand che ora tutti gli operatori commerciali possono adottare, rispettando un disciplinare di accoglienza condiviso”.

Ludovico Scortichini, fondatore ad Ancona di Go World, uno dei più grandi tour operator internazionali nel settore delle vacanze di lusso, ha fornito una panoramica completa di quanto sia importante, nel modo dell'intermediazione, “riuscire a focalizzare prodotti specifici per le esigenze più disparate”. Non a caso, ha fondato oltre 15 società, “ognuna delle quali segue una richiesta specifica di turismo: dal viaggio estremo a quello sportivo, dal viaggio spirituale a quello dedicato a persone con disabilità”. Quattro le parole chiave del suo successo: “visione, passione, ascolto e network”.

Eremito, invece, è la creatura di Marcello Murzilli, un precursore nel suo settore: arrivato al successo negli anni '80, con marchi nella moda come “El Charro” o “Camperos”, l’imprenditore ha deciso di vendere tutto, cambiare vita e dedicarsi a girare il mondo per reinventarsi in qualcosa che lo appassionasse nuovamente. “La mia ambizione è di realizzare nuovi format e non semplici hotels – ha raccontato -, continuare a essere precursore in qualcosa, come è stato per il primo hotel totalmente eco compatibile in America Latina”. La sua ultima sfida: un hotel per viaggiatori solitari, “per rispondere a una domanda stimata di 50 milioni di persone nel mondo”. Eremito li accoglie nella maggioranza dei casi per soddisfare una richiesta crescente: quella di staccarsi dalla quotidianità e di disintossicarsi dallo stress che la digitalizzazione e le tecnologie esercitano, anche inconsapevolmente.

Visionario, infine, il progetto di Daniele Elow Khilgren, tra i primi a mettere in pratica il concetto di albergo diffuso, investendo nel recupero dei borghi abruzzesi come Santo Stefano di Sessanio e come Matera. Molti dicono che sia anche merito suo se il 2019 sarà capitale europea della cultura: “Sono stato fortunato a poter disporre di risorse sufficienti a seguire un sogno – ha spiegato con grande umiltà -: quello di riportare gli antichi mestieri e la vita nei posti. Prima erano il fulcro della nostra esistenza e senza un lavoro di recupero avrebbero rischiato di scomparire definitivamente”.

È stato l'assessore Alessandro Filiaggi a portare i saluti del comune di Ascoli Piceno, mentre a moderare l'incontro ci ha pensato Domenico Palladino, giornalista esperto nelle nuove tecnologie della digitalizzazione nel settore viaggi.
        

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