/I DISOCCUPATI PICENI HANNO INCONTRATO LE ISTITUZIONI
I DISOCCUPATI PICENI HANNO INCONTRATO LE ISTITUZIONI
I DISOCCUPATI PICENI HANNO INCONTRATO LE ISTITUZIONI
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Il gruppo dei "Disoccupati Piceni", negli ultimi mesi ha incontrato tutti Comitati dei sindaci della Provincia e alcuni singoli Comuni del Piceno. Durante questi incontri, abbiamo riportato la difficile situazione di disaggio economico-sociale delle famiglie e presentato i punti della nostra piattaforma, per affrontare questa grave situazione. Come tutti sappiamo, il nostro territorio è stato colpito, da una grave crisi economica, iniziata nei primi anni Duemila. Oggi il Piceno detiene il triste primato di avere il cosiddetto "reddito più basso d’Italia" e il più alto tasso di disoccupazione delle Marche, e se aggiungiamo, che siamo stati colpiti da un terremoto devastante, il quadro è drammatico. Oramai da parecchio tempo, aspettavamo un tavolo di confronto con tutte le amministrazioni locali, funzionari regionali, provinciali e parti sociali.
Finalmente il pomeriggio del 20 novembre, presso la Sala della Ragione del Palazzo dei Capitani, è stato organizzato questo importante incontro, dall’amministrazione ascolana, rappresentata in quest’occasione dal vice sindaco l’assessore D. Ferretti, a cui va il nostro ringraziamento. Un incontro per ribadire, un intervento energico e straordinario, per affrontare questa difficile situazione economica-sociale. Per ricordare, alle istituzioni, che ci sono cittadini che da parecchi anni, sono senza occupazione e reddito. Dobbiamo ammettere, che qualcosa a livello regionale si muove, ci sono alcuni provvedimenti interessanti, ma ancora insufficienti.
Il problema della disoccupazione inizia a colpire un po’ tutta la regione, si parla di circa 70.000 senza lavoro, è la conseguenza del fatto che il cittadino senza lavoro e reddito, non spende. Il mercato si ferma, le aziende hanno i magazzini pieni, e si comincia a ridurre il personale. Durante, l’incontro, abbiamo letto e spiegato la nostra piattaforma. Abbiamo evidenziato, la necessità di fermare "l’emorragia di posti di lavoro e la precarietà" introdotta dal job act. Occorre un "ammortizzatore modulato ai periodi di disoccupazione", che deve garantire reddito e contributi pensionistici, per affrontare la flessibilità e la precarietà del lavoro introdotta da queste nuove ed errate leggi. Il migliore ammortizzatore è un posto di lavoro stabile e sicuro.
Contemporaneamente, si deve ripensare a un piano di sviluppo del territorio, compressivo di nuove infrastrutture, perché non è possibile pensare, di andare avanti solo con gli ammortizzatori.
Ovviamente alcune richieste hanno più competenza regionale e nazionale. Come ad esempio la nostra richiesta di garantire agli over 50 con almeno 25-30 anni di contributi, lavori socialmente utili. Oppure Concedere ai disoccupati ultracinquantenni, che hanno già versato almeno 30 anni di contributi presso l’Inps, la possibilità di andare in pensione, senza aspettare i fatidici 43 anni contributivi, oggi difficilmente raggiungibili con la precarietà del lavoro. Abbiamo cercato di fare capire, che alcuni provvedimenti creano un vero e proprio "cortocircuito negativo" dell’economia. Come ad esempio, l’obbligo di raggiungere la pensione a 67 anni, lavorando in aziende private, oggi è molto improbabile, con i limite di assunzioni dei 29 anni e le ingenti risorse economiche fornite per l’assunzione dei giovani. In passato, un padre 50enne con 30-35 di contributi raggiungeva la pensione. Oggi un padre 50enne, con un figlio di 18 anni, dovrebbe occupare il posto di lavoro per altri 17 anni, perché dovrebbe arrivare a 67 anni per andare in pensione.
Questo significa, che il figlio che oggi ha 18 anni, dovrà aspettare in teoria, almeno altri 17 anni, prima di potere usufruire del posto del padre. Quindi 18, più 17 sono 35, significa che un giovane troverà lavoro a 35 anni, già "vecchio" per grande parte delle offerte di lavoro presso i nostri centri per l’impiego. La disoccupazione, come dicono molti cittadini, "non è un fatto naturale, ma è l’applicazione di regole economiche sbagliate".
Abbiamo chiesto l’utilizzo di una percentuale ben definita della manodopera Picena per la ricostruzione post sismica. (Va ricordato che il terremoto è stato una tragedia per molte famiglie). Non possiamo, accettare con tutti i disoccupati sul nostro territorio, che la manodopera locale non partecipi alla ricostruzione.
Alla Regione e al Ministero, chiederemo, provvedimenti per "ancorare" al territorio, le aziende che ricevono risorse pubbliche. I macchinari acquistati con i fondi Statali, che paghiamo con le nostre tasse, non possono essere delocalizzati. Ripetiamo, per garantire l’uso corretto delle risorse pubbliche investite, lo Stato deve pretendere, che i rappresentanti del territorio, in cui è presente lo stabilimento (Comune e Regione), insieme ai rappresentanti dei lavoratori, devono sedere nel consiglio d’amministrazione aziendale e partecipare in maniera attiva delle decisioni, come già da anni, si fa in diverse nazioni. Questo per dire che le aziende devono essere "motore di ricchezza, no l’occasione per truffare la comunità, chiudendo le aziende e vendendo i macchinari, all’estero", lasciando interi territori desertificati, e famiglie nella disperazione.
L’incontro cordiale e costruttivo è terminato, con l’impegno da parte dell’amministrazione ascolana, di ri-proporre la nostra piattaforma, a tutte le amministrazioni locali, per la sottoscrizione. Il documento sarà prima consegnato alla Commissione lavoro della Regione e in seguito al Ministero dello sviluppo economico.
L’elenco completo delle nostre proposte può essere chiesto tramite il nostro numero WhatsApp 334 7555 410, oppure ad una nostra delegazione presente il martedì e venerdì al mercato di San Benedetto del Tronto, e giovedì e venerdì pomeriggio in Ascoli in Piazza Arringo. Invitiamo le persone a partecipare, e prendere parte in maniera attiva, "perché lamentarsi solo, non serve a niente". Il tempo delle lamentele è finito, serve partecipare e dare il proprio contributo. Aderisci e dai una mano con la tua presenza al Gruppo " Disoccupati Piceni ", inviando un messaggio al numero WhatsApp 334 7555 410. Chi vuole seguirci siamo anche su facebook, basta cliccare "Disoccupati Piceni", ed essere informati sulle prossime iniziative.
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