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CGIL MARCHE: DATI CASSA INTEGRAZIONE

CGIL MARCHE: DATI CASSA INTEGRAZIONE

Sono 280mila le ore di cassa integrazione richieste e autorizzate nel mese di febbraio in provincia di Ascoli Piceno e Fermo: 95mila di CIG ordinaria, 180mila di CIG straordinaria e 5mila ore di cassa in deroga.
E’ quanto emerge dai dati resi noti dall’INPS ed elaborati dall’IRES CGIL Marche.

Rispetto a febbraio 2014, si registra una riduzione delle ore di CIG di oltre il 50% conseguenza del calo della CIG straordinaria ed in deroga; la CIG ordinaria, al contrario, raddoppia.

Nei primi due mesi del 2015 sono state richieste ed autorizzate complessivamente 774mila ore di CIG, il 54,8% in meno rispetto allo stesso periodo del 2014.

Osservando le singole tipologie di cassa integrazione per i primi due mesi del 2015 si osservano le seguenti tendenze:

le ore di Cassa integrazione ordinaria sono 222mila  e registrano un significativo incremento sul 2014 (+89%). I settori maggiormente interessati dall’aumento sono quello della meccanica (+42%), della chimica e delle calzature.

le ore di Cassa integrazione straordinaria ammontano a 544mila, quasi lo stesso livello del 2014 (+1,7%).

Il ricorso alla Cassa integrazione in deroga è pari ad 8mila ore, un drastico calo rispetto al milione di ore dei primi due mesi del 2014.
“La situazione resta drammatica e questo significa che la crisi non è finita; occorre una politica industriale seria a livello locale – dichiara Paola Giovannozzi , segretaria Cgil Ascoli Piceno -. Ora bisogna capire in che modo dobbiamo consolidare le aziende che sono rimaste attive ma ancora soffrono e come affrontare il nuovo lavoro che dovrebbe emergere. Il rischio, altrimenti, è che, di qui a breve, si possa aggravare il problema dell’occupazione”.
Secondo Maurizio Di Cosmo, segretario Cgil di Fermo, “mentre cala la cig in deroga in virtù della nuova normativa che limita il ricorso delle aziende a questo strumento cui sopperisce un intervento parziale dell’Ebam, per il resto si continua a fare i conti con una crisi produttiva e manifatturiera molto grave. Che, in parte, è dovuta al perdurare del blocco dei mercati russi, e dall’altra soffre l’assenza di una politica industriale dedicata soprattutto al made in Italy”.

CONFEDERAZIONE GENERALE ITALIANA DEL LAVORO
        

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