La più importante è che i microbi sono gli spazzini di tutte le forme organiche che muoiono.
Gli scienziati ne sono sicuri: la vita sul nostro pianeta non potrebbe esistere, se non vi fossero i microbi. Perché mai, vi chiederete, se della loro esistenza non ce ne accorgiamo nemmeno, come è accaduto fino all’invenzione del microscopio nel ‘600? Ci sono molte ragioni a sostenere questa convinzione. La più importante è che i microbi sono gli spazzini di tutte le forme organiche che muoiono. Mettete un frutto sopra un tavolo e impedite con una fitta zanzariera che possa essere raggiunto dagli insetti. Nonostante ciò, con il passare dei giorni, il frutto cambierà aspetto e colore. Dopo esser diventato una poltiglia informe, pian piano scomparirà e al suo posto resterà una macchia sul tavolo. Sono stati i microbi a distruggerlo e la macchia è formata da milioni e milioni di essi. Quest’azione sistematica di disgregazione avviene nei confronti di ogni organismo giunto alla fine del suo ciclo vitale e lo trasforma liberando i suoi costituenti semplici fondamentali che serviranno per la costruzione di nuovi organismi.
Immaginate ora che i microbi non esistano. Non solo la terra e gli oceani si riempirebbero di strati su strati di cadaveri diventati perenni, ma la disponibilità di sostanze chimiche organiche diminuirebbe, fino a rendere impossibile la nascita di nuove creature.
Altre volte in questa rubrica ho parlato bene della vita microbica, ma questo aspetto di essa mi pare proprio fondamentale. Unito alla consapevolezza della straordinaria varietà di specie microbiche e al loro numero sterminato (tanto grande che la massa dei microbi supera quella di tutti gli animali e vegetali), si può ben dire che l’esistenza dei microbi e la vita in genere sono la stessa cosa, come è stato per i tre quarti della storia della Terra, e che animali e vegetali sono in fondo rappresentanti di specie recenti e poco importanti per il fenomeno vita, noi compresi.
dott. Karol (Carlo Cappelli)