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Dottor Karol: "la coscienza nascosta, la modifica del flusso sanguigno"

Dottor Karol: "la coscienza nascosta, la modifica del flusso sanguigno"

l risveglio in questi casi è molto probabile ed è legittimo attendere con fiducia che avvenga. Di tutto ciò che è successo mentre erano in coma questi soggetti non conservano memoria: si può capire, poiché una funzione cerebrale così delicata quale il ricordare viene meno in caso di lesioni che portano al coma.

Che sappiamo dei soggetti che, per cause traumatiche o vascolari, perdono la coscienza in modo duraturo? Essi, si dice, sono in ‘coma’. Le loro funzioni vitali sono attive (magari quella respiratoria ha bisogno di assistenza meccanica), ma non rispondono a stimoli, non si muovono e vengono alimentati con sondino. All’estremo, la loro attività cerebrale, messa in evidenza dall’elettro-encefalo-gramma (EEG), è del tutto muta: EEG ‘piatto’, si dice. In questo caso particolare si discute sulla necessità di “staccare la spina”.

   La gamma delle situazioni, da quelle gravissime a quelle con ‘risveglio’ spontaneo, è vastissima. I neurologi e gli studiosi di neuroscienze possono dire poco sull’evoluzione di un caso rispetto a un altro, cioè sulla prognosi: è impossibile prevedere l’esito, che si può avere anche a distanza di mesi, se non di anni, dall’esordio. Bisogna aspettare e sperare.

   Di recente è apparsa però una novità. Se non ci si limita al comune EEG e si utilizzano tecnologie più raffinate (come, per esempio, le immagini del modificarsi del flusso sanguigno nelle varie zone a seconda dell’attività della corteccia cerebrale) si può mettere in evidenza, a volte, uno stato che viene indicato come coscienza nascosta. Questi soggetti sono in stato comatoso e non si muovono, ma alcuni semplici ordini causano in essi differenti stati di attività cerebrale. Sembra quindi che sopravviva un’attività cosciente, anche se non può manifestarsi esternamente in alcun modo. In alcuni casi si è riusciti a impostare perfino, in risposta a stimoli verbali, immagini che valevano per un ‘sì’ o un ‘no’, e di conseguenza si è riusciti a ‘dialogare’, ponendo domande opportune.

   Il risveglio in questi casi è molto probabile ed è legittimo attendere con fiducia che avvenga. Di tutto ciò che è successo mentre erano in coma questi soggetti non conservano memoria: si può capire, poiché una funzione cerebrale così delicata quale il ricordare viene meno in caso di lesioni che portano al coma.

    E’ un piccolo passo, ma la scienza non si ferma.

dottor Karol (Carlo CAPPELLI)