E’ mia intenzione farvi capire di che cosa si tratta e qual è l’importanza di questa recente scoperta (febbraio 2016).
Le onde gravitazionali sono state ipotizzate da Einstein nel 1915, quale risultato di eventi catastrofici stellari (per esempio il collasso di una grande stella alla fine della sua esistenza), ma non si era mai riusciti a renderle evidenti. Quando un corpo di taglia stellare collassa, il suo volume si riduce a dimensioni simili a quelle della Terra, pur conservando tutta la massa della stella, e quindi la sua gravità. Diventa così una stella di neutroni o un buco nero. Nello spazio avviene come quando un sasso colpisce una superficie liquida: l’acqua si scansa per farlo passare e poi riprende il suo posto. Così facendo, genera un’onda che si allarga dal punto colpito in cerchi concentrici, diminuendo pian piano d’intensità. Lo stesso accade alla stella che bruscamente si contrae: genera un’onda nel suo campo gravitazionale, onda che si allarga e prosegue, teoricamente all’infinito. Ma intanto diminuisce di intensità con la distanza. Perciò, se il cataclisma è lontano (per fortuna nostra) da noi, quando arriva è ben poca cosa.
Alla fine, pur di evidenziare queste onde (che
dovevano esistere, se la teoria era corretta), sono stati costruiti enormi rivelatori, grandi chilometri (uno vicino Pisa), capaci di segnalare onde infinitesimali, minori della taglia di un atomo. E finalmente un colossale cataclisma, che è avvenuto diecimila anni luce da noi (quindi diecimila anni fa), è arrivato ed è stato dimostrato.
L’importanza scientifica di questa prima registrazione (diverse altre onde sono state rivelate dal 2016) risiede nel fatto che queste onde recano tracce dell’avvenimento che le ha generate, tracce spaziali, non elettromagnetiche (come la luce o qualsiasi altra radiazione), tracce che permettono di individuare una precisa zona del cielo e quindi possono essere messe in relazione con la radiazione emessa contemporaneamente nel cataclisma. Onde e radiazione viaggiano alla stessa velocità, quella della luce.
Insomma, abbiamo ora un campo di indagine sul cosmo completamente diverso da quello tradizionale, fondato sulle radiazioni. La possibilità del confronto tra le due modalità di osservazione ha messo nella comunità scientifica una grande fibrillazione: si sperano grandi e rapidi progressi nella comprensione della vita delle stelle. Il futuro ce lo dirà.
dottor Karol (Carlo CAPPELLI)