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ASTRONOMIA, CARLO CAPPELLI: "REALTA’ A GRANA GROSSA E A GRANA FINE"

ASTRONOMIA, CARLO CAPPELLI: "REALTA’ A GRANA GROSSA E A GRANA FINE"

<Vi sarà capitato di vedere, in tv o al cinema o navigando su Maps di Google, lo zoom di una osservazione satellitare. Una di quelle sequenze che cominciano con la vista del suolo terrestre simile ad una carta geografica, per poi precipitare con un tuffo vertiginoso verso il basso, con il continuo ingrandimento di un punto del panorama. Ecco che cominciate a distinguere montagne, pianure, laghi, fiumi, città. Ma l’ingrandimento prosegue: ora vedete strade, campi coltivati; poi le case, gli alberi, le auto che passano; infine i singoli passanti, se uomo o donna... Dicono che la capacità degli strumenti a bordo dei satelliti giunge a distinguere i titoli di un giornale che qualcuno sta leggendo. Bene. E’ un ottimo esempio di come può apparirci il mondo, se lo osserviamo a grana grossa (come una carta geografica), o a grana fine (i titoli del giornale). Certo ci stupisce, ma non più di tanto: sappiamo che una carta geografica sottintende tutte le cose che l’ingrandimento fa vedere.

    Ora guardiamoci intorno.  L’immagine del mondo che ci circonda è quella che sanno darci i nostri occhi. Però sappiamo, come nel caso della carta geografica, che con un ingrandimento potremmo vedere, per esempio, che la superficie perfettamente liscia di un vetro in realtà è granulosa (e infatti le mosche ci passeggiano su e giù con grande disinvoltura, grazie ai piccoli artigli delle loro zampette), o che un piano levigato di legno è fatto dall’intreccio di fibre che, ingrandite, sembrano tronchi d’albero. Se poi mettessimo l’occhio a un microscopio, potremmo vedere le meraviglie nascoste in una goccia di acqua piovana (perfino un animaletto che si muove lì in mezzo!), oppure, a ingrandimenti ancora più spinti, lo straordinario mondo dei microbi, i veri colonizzatori della Terra.

    Ingrandendo sempre di più, gli scienziati che cosa riescono a vedere? Con il microscopio elettronico anche la fine struttura di un microbo o di una cellula non ha ormai segreti da rivelare. Ma queste strutture a grana molto fine sono il massimo distinguibile? No. Gli scienziati sanno che ogni cosa è fatta di atomi, che però non si riescono a ‘vedere’, ma solo a ‘dimostrare’. Ne esistono solo un centinaio. Tutto il mondo è fatto con miscugli di questi cento tipi di atomo. Non solo sulla Terra, ma anche sulla Luna, sul Sole, o in qualsiasi altro posto dell’universo.

     Ma non basta. Sotto agli atomi (se ne parla da un secolo, ma ancora non fa parte della cultura comune) c’è un altro livello di realtà. Gli atomi (in greco ‘atomo’ significa ‘non divisibile’, così intendeva Democrito che ha inventato la parola) in realtà sono fatti di elementi più piccoli, le particelle. Gli elettroni, che ruotano velocissimi intorno al nucleo atomico, sono essi stessi una particella elementare, ma i neutroni e protoni che formano il nucleo no. Ognuno di essi è fatto con tre quark (ricordate la trasmissione di Piero Angela?) che si tengono insieme grazie ad altre particelle. Insomma, gli atomi sono in realtà piccolissimi mondi in continuo movimento: come sistemi planetari in miniatura. Possono unirsi gli uni agli altri, ma mantengono sempre immutate le loro caratteristiche>.

"Questa la grana più fine oggi nota. Per ora la scienza si ferma qui. Domani, chissà?"

dottor Karol (Carlo CAPPELLI)
        

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