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ASTRONOMIA, CARLO CAPPELLI: "NIENTE OMINI VERDI!"

ASTRONOMIA, CARLO CAPPELLI: "NIENTE OMINI VERDI!"

Sono vecchio. I miei interessi scientifici, in campo astronomico, si sono ormai ristretti a  due: l’origine della vita e la vita intelligente nell’universo. Sono due fenomeni, uno dentro l’altro, che si sono realizzati sulla Terra. Secondo il giusto principio che quanto osserviamo nel nostro Pianeta non ha nulla di particolare, da ciò deriva che la vita è nata dalla materia inorganica in ogni galassia come fenomeno comune, date certe condizioni (e di galassie ce ne sono miliardi osservabili). Ma, invece, c’è chi sostiene (e produce una buona messe di ragionamenti a questo proposito) che l’intelligenza, caratteristica peculiare della nostra specie, non è per niente una conseguenza obbligata della vita. Anzi, è fenomeno sottoposto a una tale quantità di restrizioni probabilistiche che deve essere raro, rarissimo, che un pianeta che alberga la vita debba prima o poi avere una specie intelligente. In breve, per questo autore, nella nostra Galassia (che contiene da cento a duecento miliardi di stelle) l’intelligenza ce l’abbiamo soltanto noi ed è comparsa dopo oltre tre miliardi di anni che la vita esisteva.

   Mette i brividi questo immenso isolamento. Abbiamo voglia di guardare le stelle in cielo e dirci che lassù qualcuno, a sua volta, guarda verso di noi. Niente omini verdi! Non solo nessuna visita possibile (addio fantascienza!), ma proprio nemmeno semplici segnali che rivelino la loro esistenza. Il programma SETI, che cercava simili segnali, è stato interrotto, giustamente, dopo qualche decina di anni senza alcun riscontro. Posto infatti che intelligenza ci sia in qualche galassia vicina, occorrerebbero milioni di anni perché ci raggiungesse una prova, sotto forma di segnali, tipo le nostre trasmissioni radiotelevisive. Nel frattempo la nostra specie sarà probabilmente estinta, visto i rischi che ha corso (e che continua a correre) dopo pochi millenni dalla sua comparsa sulla scena del mondo.

    Perciò mettiamoci l’anima in pace: non sapremo mai dell’esistenza di esseri simili a noi. Che ne viene da una tale certezza? Siamo soli! Infatti le intelligenze che cerchiamo e auspichiamo ci sono sicuramente nello sterminato pullulare di miliardi di galassie, ma non le conosceremo mai. E’ vero che la scienza dice “mai dire mai”, ma la velocità della luce (e di qualsivoglia segnale elettromagnetico) è un limite insuperabile, secondo la fisica, e il tempo, sia pure nella forma emergente dalla nostra esperienza sensoriale, è quello che è, e ci condiziona.

    Forse domani, quando non esisterò più,  si capirà l’origine della vita e sapremo riprodurla in laboratorio, ma questo nostro brillante risultato non lo potremo raccontare a nessuno che lo comprenda.

dottor Karol (Carlo CAPPELLI)
        

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