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CASTELLI, "SENSAZIONI" SULLA SANITA' ASCOLANA

CASTELLI, "SENSAZIONI" SULLA SANITA' ASCOLANA

Il sindaco di Ascoli Guido Castelli esterna una <sensazione> (come l’ha diplomaticamente definita) :  che nell’integrazione dei servizi sanitari attuata fino ad oggi, tra l’ospedale Mazzoni di Ascoli e l’ospedale Madonna del soccorso di San Benedetto, il capoluogo piceno abbia avuto meno della città rivierasca. E ieri mattina ha espresso questa sua <sensazione> al direttore generale dell’Asur Alessadro Marini e al direttore dell’Area vasta n. 5 Giulietta Capocasa che sono saliti nel suo ufficio all’Arengo per avere con lui uno scambio di idee sui problemi della sanità. Il confronto è avvenuto dopo che, nei giorni scorsi, Castelli, sul Messaggero, aveva polemizzato con il neo direttore dell’Area vasta, Giulietta Capocasa, che immediatamente dopo il suo insediamento non l’aveva incontrato. <Nessuna polemica, solo una constatazione>, chiarisce Castelli. Il quale, alla vigilia della Conferenza dei sindaco, in programma questa mattina nella sala consiliare di San Benedetto, ha illustrato le sue valutazioni generali. <Le tre grandi questioni che investono la sanità del Piceno - afferma il sindaco - non derivano tanto dall’Asur ma dall’impostazione della geografia regionale. Il presidente Luca Ceriscioli intende o meno dare autonomia al territorio piceno, con l’Azienda Ospedali Riuniti Marche Sud, come avviene ad Ancona e Pesaro? Dobbiamo ancora ragionare in termini di integrazione tra due plessi oppure la Regione intende realizzare la proposta dell’opedale unico? Modello su due plessi o Azienda con autonomia territoriale anche alla luce del decreto del Ministero della sanità del 6 giugno?>. La terza questione posta da Castelli riguarda le prestazioni fornite dall’Area vasta n. 5 a cittadini abruzzesi, laziali e umbri, quelli delle regioni confinanti. <Chiediamo orme precise che stabiliscano che la remunerazioni di tali prestazioni ricada nel territorio che le fornisce e non finiscano nel bilancione dell’Asur>.  Marini e Capocasa hanno confermato l’impegno al dialogo e alla partecipazione. <Un incontro proficuo e costruttivo.- commenta al termine Castelli - Il mio attegiamento è di difesa e di tutela dell’ospedale della mia città ma ovviamente sono aperto al confronto su dati obiettivi. Niente di campanilistico ma difesa razionale della sanità ascolana che sta languendo>. E insiste: <La sensazione è che l’integrazione sia avvenuta sino ad oggi a discapito di Ascoli con un indebolimento professionale e di risorse. Questo mi viene riferito. Non dico che sia vero. Chiedo però che i progetti di integrazione di fondino su dati oggettivi perché la politica troppo spesso ha condizionato il modello organizzativo. Il mio ruolo non è condizionato dal mio posizionamento politico nel centrodestra  ma non deve essere vero nemmeno il contrario cioè che l’ospedale di Ascoli sia condizionato perché non ha un’Amministrazione di centrosinistra>. Quindi staccata al Pd. <Purtroppo il condizionamento che è stato inflitto all’Area vasta n. 5- conclude Castelli - è stato frutto dell’eterno scontro delle correnti del Pd come dimostra che siano cambiati 11 direttori in sei anni>.

di: Franco De Marco (riproduzione riservata)
        

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