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ESPOSTO ALLA PROCURA DALL'ORDINE DEI MEDICI DI ASCOLI, MANCANO MASCHERINE E DISPOSITIVI DI PROTEZIONE

ESPOSTO ALLA PROCURA DALL'ORDINE DEI MEDICI DI ASCOLI, MANCANO MASCHERINE E DISPOSITIVI DI PROTEZIONE

Coronavirus, mancano mascherine e dispositivi di protezione. L’esposto dell’Ordine dei Medici della Provincia di Ascoli:  «Costretti a combattere l’emergenza a mani nude.»

Salvare gli operatori sanitari, costretti ad affrontare l’emergenza a mani nude. Da settimane in trincea senza le necessarie e dovute precauzioni. Mancano, mascherine, guanti e dispositivi di protezione individuale. Per questo l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Ascoli Piceno ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica. Informati dell’atto anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro della salute Roberto Speranza e il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli.

«Ci giungono numerosissime segnalazioni da parte di medici che, dall’inizio dell’epidemia di Covid 19 che imperversa in Italia, sono costretti a svolgere il proprio lavoro in assoluta carenza degli indispensabili dispositivi di protezione individuale. -si legge nel documento- Tutto ciò perdura ormai da tempo e non si rilevano ancora provvedimenti adeguati sia a livello nazionale che regionale per fornire ai medici e a tutto il personale sanitario e parasanitario i predetti DPI. In questo modo viene messa a rischio la salute e l’incolumità personale dei medici, dei loro familiari e degli stessi pazienti».

L’Ordine, dunque, chiede espressamente che si proceda nel disporre gli opportuni accertamenti in materia, valutando eventuali profili di illiceità penale e individuandone i responsabili.

«Con una pandemia incombente non si è pensato di fare scorta di mascherine, e i medici si ammalano -è la conclusione del’Ordine-. Gli stessi che prima venivano aggrediti, picchiati e accusati di tutti i mali della sanità, ora sono eroi. Ma in realtà sono vittime di chi li ha costretti ad affrontare l’emergenza a mani nude, quando in realtà vorrebbero solo lavorare in sicurezza».

 
        

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